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Scritta ‘Docente per l’inclusione’ su sfondo chiaro, in carattere moderno e leggibile, immagine di copertina per articolo scolastico sul nuovo ruolo degli insegnanti inclusivi.

Addio al docente di sostegno: arriva il docente per l’inclusione


Introduzione

Una rivoluzione si prepara nel mondo della scuola italiana. Secondo una nuova proposta di legge presentata in Parlamento, il docente di sostegno potrebbe presto scomparire, lasciando spazio a una figura rinnovata: il docente per l’inclusione.
L’obiettivo? Promuovere un modello educativo che non si limiti al supporto individuale, ma che coinvolga tutta la comunità scolastica in un percorso inclusivo.


Cosa prevede la proposta di legge

La proposta, firmata dalla deputata Giovanna Miele (Lega), introduce un cambiamento apparentemente semplice, ma dal forte valore simbolico e pedagogico.
Il termine “sostegno” verrà sostituito da “inclusione” in tutti i documenti legislativi e amministrativi legati al mondo scolastico.

Gli obiettivi principali

  • Rivalutare il ruolo del docente specializzato come figura centrale nella progettazione educativa inclusiva.
  • Superare l’idea assistenziale del sostegno, valorizzando il lavoro di squadra tra docenti curricolari e insegnanti per l’inclusione.
  • Promuovere la cultura dell’inclusione, estendendo l’intervento a tutti gli studenti, non solo a quelli con disabilità.

Chi sarà il “docente per l’inclusione”

Il nuovo docente per l’inclusione non sarà un semplice cambio di titolo.
Questa figura dovrà:

  • Collaborare con il consiglio di classe per sviluppare strategie inclusive;
  • Partecipare attivamente alla progettazione personalizzata degli interventi didattici;
  • Contribuire alla formazione dei colleghi, per diffondere una mentalità inclusiva in tutto l’istituto.

In pratica, non più un “docente di supporto”, ma un docente di sistema, con una funzione pedagogica trasversale.


Vantaggi attesi

  1. Riconoscimento del ruolo professionale del docente specializzato;
  2. Maggiore integrazione tra insegnanti di classe e docenti per l’inclusione;
  3. Approccio più moderno e globale all’educazione degli studenti con bisogni educativi speciali (BES e DSA).

Le criticità del cambiamento

Molti insegnanti e associazioni, però, restano scettici.

  • Basterà cambiare nome per migliorare la qualità dell’inclusione?
  • Il rischio è che si tratti di un cambiamento solo formale, senza risorse aggiuntive o piani di formazione concreti.
  • Inoltre, resta il problema della continuità didattica, spesso compromessa dalle nomine annuali dei supplenti di sostegno.

Cosa cambia per studenti e famiglie

  • Per gli studenti con disabilità: si punta a una maggiore integrazione nella classe e meno isolamento.
  • Per le famiglie: il dialogo con la scuola potrebbe diventare più diretto e partecipativo.
  • Per i docenti: si prospettano nuove responsabilità, ma anche la possibilità di essere finalmente riconosciuti per il loro valore professionale.

Conclusione

La figura del docente per l’inclusione rappresenta un passo avanti verso una scuola più equa e moderna. Tuttavia, perché la riforma sia efficace, serviranno investimenti, formazione e stabilità del personale.
Solo così il cambiamento potrà andare oltre le parole e trasformarsi in vera inclusione educativa.

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